Triptorelina tra nichilismo e verità.

Triptorelina tra nichilismo e verità.

Anche in Italia con DETERMINA n. 21756, (19A01426) del 25 febbraio 2019, (G.U. Serie Generale n. 52 del 02-03-2019), il Ministro Grillo inserisce il medicinale triptorelina nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale. A cosa serve? Semplice! Per l'impiego in casi selezionati in cui la pubertà sia incongruente con l'identità di genere (disforia di genere ovvero il desiderio di possedere il corpo dell’altro sesso, si parla di solito di persone transgender) dunque il genitore può decidere di ritardare lo sviluppo del bambino affinchè, in seguito, il ragazzo potrà sottoporsi a un intervento di riassegnazione chirurgica del sesso che risultarà più facile, dato che il malcapitato paziente non ha ancora caratteri sessuali ben definiti. Per vero, il nostro ordinamento, con la legge n° 164/1982, riconosce già il trattamento ormonale e l’operabilità del soggetto transessuale, ma arrivare a manipolare i bambini ci ha pensato oggi il nuovo governo, insomma, ecco l’ennesimo nuovo diritto civile (come lo definiscono appunto i liberisti). Che dire? Possiamo essere insensibili al nuovo nichilismo? Nichilismo (nullità dei valori o distruzione degli ideali tradizionali, per renderne possibile l'affermazione di nuovi), ormai compiaciuto di sé e ansioso di compiacere alla civiltà attuale progressista, moderna ma che poi tanto civile non è se pretende di essere libera arrogandosi il potere di bloccare la pubertà ad un figlio minorenne. La domanda è ma per un tale genitore sarà mai amore vero? O sarà solo un amore che opera sul piano di una coscienza che si dirige verso un diritto senza verità? A queste domande possiamo solo riflettere in coscienza, ovvero, possiamo affermare con certezza che siamo sempre più vicini ad un indistinto criterio della politica che invade soprattutto la sfera dei valori umani travalicando l’intangibilità della legge naturale che precede quella dell’uomo per trasformare, persino la fede cristiana, quella che per secoli è stata ritenuta il veicolo dei fondamentali principi morali (Genesi 1,26-28 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. 28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra). Una politica che vuole addirittura trasformare il cattolicesimo in qualcos’altro che come la politica possa non fermarsi dinanzi ai diritti non negoziabili, quei diritti che appartengono, da sempre, alla fede e che hanno a che fare con la verità, diritti che non potranno mai assumere colorazioni politiche. Un cristiano è tenuto ad «ammettere la legittima molteplicità e diversità delle opzioni temporali», ma egli è ugualmente chiamato «a dissentire da una concezione del pluralismo in chiave di relativismo morale, perché ciò è nocivo per la stessa vita democratica, la quale ha bisogno di fondamenti veri cioè di principi etici che per la loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale non sono negoziabili. La partecipazione diretta dei cittadini credenti alle scelte politiche deve essere solo nella misura in cui trova alla sua base una retta concezione della persona nell’ordine morale, che riguarda il bene integrale della persona, come la tutela e la promozione della famiglia, fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso, protetta nella sua unità e stabilità e alla quale non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza; quelle che garantiscono la libertà di educazione ai genitori per i propri figli, quelle che vedono nell’eutanasia o l’aborto la distruzione della vita e così via. Concludendo con le parole di Benedetto XVI: “ciò che distingue una fede sono i suoi contenuti, e i comandamenti prima di essere rivolti agli uomini, ci dicono chi è Dio. Ma la vita degli uomini è condizionata dalle leggi umane, e su queste va misurata di volta in volta dal fedele quale sia la loro distanza dalla legge di Dio. Non basta sapere quale è la legge divina, occorre comprendere se e come essa viene negata dalle leggi umane”. Tuttavia, prosegue il Papa emerito, la moderna coscienza “cattolica”, insofferente a tutto ciò che possa compromettere il valore della esperienza soggettiva e piegarla a criteri di oggettività, ha trionfalisticamente trovato nel comandamento dell’amore la soluzione per il proprio disagio. Con l’amore si risolve ora ogni conflitto tra l’oggettività della Legge e il valore dell’esperienza, con le esigenze della soggettività. In realtà l’amore presuppone sempre la legge e non viceversa.